Fascicolo 46 – Arti marziali e guerra

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Critica e storia dello sport

Anno XXX n. 1-2/2013

    La tematica di questo numero riguarda il rapporto che intercorre tra l’ambito del gioco e quello della lotta, particolarmente nella forma delle arti marziali e della guerra vera e propria, quali le grandi manovre degli eserciti o l’utilizzazione di “war games” da parte di stati maggiori e scuole di guerra.  La labile frontiera che separa gioco, guerra e arti marziali ci permette di analizzare da una prospettiva alternativa la funzione ludica all’interno di queste discipline. L’ambito sport e guerra viene analizzato sia per quel che attiene al ruolo dell’educazione sportiva nella creazione della disciplina che vige all’interno dei moderni eserciti, sia sull’uso che ne è stato fatto dai regimi dittatoriali (con un particolare riferimento alle grandi adunanze sportive che tendono a creare il senso di appartenenza all’interno degli eserciti).
    Guerra e attività ludica si ritrovano quindi a stretto contatto nei modi in cui orientano il comportamento dei soldati e dei giocatori, introducendo regole, discipline, comportamenti codificati, pratiche sociali e filosofiche. Il caso delle arti marziali presenta alcune differenze nel rapporto con il gioco perché, pur essendo nate con finalità belliche, nel corso della loro evoluzione storica finiscono per trasformarsi in discipline di massa da praticare nel tempo libero come ricerca di benessere fisico e interiore.
    ISSN

    ISSN 0393-5884

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